Un estate strana … e il morbo di Alzheimer

Vi avevo promesso che sarei passata a trovarvi in questo periodo in cui per ragioni “tecniche” non avrei postato ricette per qualche giorno, per chi non avesse letto il post Qui spiego il perchè.
Invece sono sparita dal mio e dai vostri blog, non so se ve ne siete accorti, magari avete pensato che stavo sguazzando in qualche bel mare in giro per il mondo … oppure mi stavo godendo il fresco in qualche vallata di montagna … no, purtroppo ho fatto cose molto meno belle e goderecce.
Questo è un post triste, se non avete voglia di leggere di cose tristi vi saluto qui e vi auguro buone vacanze. Se invece volete sapere cosa mi è successo ora ve lo spiego.

 

Sapete cosa è il morbo di alzheimer? E’ una malattia molto diffusa ai giorni nostri, forse perchè si vive più a lungo, forse perchè si fa più attenzione alle stranezze dei nostri cari … comunque è una malattia subdola che ti prende parti del cervello e te le fa sparire, una placca alla volta. Io non sono in grado (e non voglio nemmeno spiegarvi) gli aspetti medici della malattia, io vi parlerò dell’aspetto più pratico della malattia, vista da una persona che ci ha convissuto per molti anni.
Inizia tutto con una sorta di depressione; i medici almeno la curano per quello. Poi la depressione, nonostante i farmaci, non guarisce e allora si passa all’esaurimento nervoso e via altre medicine … la persona è sempre più strana. Si perde per le vie familiari fuori di casa; anche il tragitto per andare dal panettiere, che fa da decine di anni, diventano strade sconosciute, dove vagano senza sapere dove si trovano. Perdono la conoscenza dei nomi degli oggetti più comuni: una forchetta, un bicchiere … Non si ricordano più come fare i loro bisogni quotidiani; andare in bagno, lavarsi, mettersi una maglietta. Diventano come dei bambini. Ti parlano ossessivamente di quando erano giovani, ricordando sempre e sempre lo stesso momento di quando avevano vent’anni. Di quando hanno vissuto un particolare momento della loro vita che non vogliono dimenticare e te lo ripetono come un mantra, anche se te lo hanno detto un ora prima … ma loro hanno già dimenticato che te lo hanno appena detto!
Poi arriva la “fase violenta” dove si esprimono con delle parolacce mai dette e che mai si sarebbero sognati di pronunciare nella loro vita “di prima” … inveiscono e tentano di colpire anche fisicamente le persone a loro più care, scambiandole per qualche persona nemica che hanno incontrato in passato.
Sono rabbiosi e intrattabili, non dormono la notte e tu ti trovi solo a dover affrontare un problema più grande di te … nessuno ti aiuta, tutti ti guardano male e con compassione “Poverino, la sua mamma è andata fuori di testa. Sento che urla e che sbatte tutto e non dormono la notte”
La gente è impietosa e i medici e lo stato non ti aiutano.
Questa fase dura poco e con i farmaci le persone ammalate di questo morbo diventano dei vegetali, che ti guardano domandandosi chi sei … a poco a poco perdono l’uso della parola. Ricordano solo alcune parole o il tuo nome con cui chiamano tutte le persone che si avvicinano a loro. Ti sorridono perchè si sentono in difficoltà, sanno che tu non gli farai del male ma non sanno più chi sei!
Poi piano piano perdono l’uso delle gambe e quindi non si reggono più in piedi. Perdono il controllo dei muscoli e quindi non stanno più nemmeno seduti … cadono su un fianco e li devi allettare.
Nel frattempo aprono la bocca per istinto ma non sono più capaci nemmeno di masticare e quindi devi frullare tutto ciò che gli dai da mangiare. Perdono i denti e, pur mangiando in abbondanza, vedi che perdono sempre più peso. Diventano l’ombra di se stessi.
E un giorno ti trovi davanti un involucro fatto di pelle e ossa, con un viso scavato, che se confronti con delle vecchie foto, non riconosci nemmeno più. E’ dura accettare tutto questo. Non te ne fai una ragione. Ti domandi come mai andiamo sulla luna e non siamo capaci di curare questa malattia. Possibile? Per un figlio perdere la proprio madre è sempre doloroso ma quando te la vedi portare via giorno dopo giorno, da una malattia che ti mangia da dentro lo è ancora di più.
Mia suocera ci ha lasciati dopo un calvario di 16 anni, dopo un agonia di due mesi, dove ogni giorno sembrava l’ultimo. Mio marito era dapprima annichilito; dopo tanti anni si era abituato ad andare a trovare questa madre di cui era diventato il padre … ora si è convinto che è andata a stare meglio, è tornata di nuovo a correre nei prati azzurri dei cieli, insieme a suo marito, che ha tanto amato.
Ciao Luigina, non ti dimenticheremo mai.♥♥♥

p.s. del 10 agosto
Non mi aspettavo davvero tutte le vostre belle parole, quelle che avete scritto qui e quelle che mi avete inviato per posta privata!! Voglio ringraziarvi tutti tutti, anche quelli che hanno semplicemente letto senza mettere il loro commento, siete stati tantissimissimi!! Vi sono grata per la vostra vicinanza, la sento proprio fisicamente … siete speciali e fa bene al cuore sapere di non essere soli.
Questa malattia ha colpito moltissimi di voi, o personalmente o per vicinanza di vostri amici … quindi sapete di cosa parlo. Mi auguro che la scienza possa un giorno debellare questa terribile malattia.

Già ha fatto progressi da giganti, se presa appena si presenta, riesce a fermarla e questo è già molto.
Lo dico con certezza perchè purtroppo ho un altro caso in famiglia: il marito di mia sorella … spero che per lui il cammino sia più facile e meno doloroso. Anche per noi, che gli siamo vicini.

Grazie ancora a tutti, un abbraccio gigante. ♥

 

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60 pensieri su “Un estate strana … e il morbo di Alzheimer”

  1. Purtroppo hai ragioen,è una malattia ignobile e impietosa, sia per chi ce pò’ha, sia per chi vive accanto alla persona che ce l’ha…E’ lenta e meschina. 16 anni sono tanti e lunghi e spero che adesso dovunque sia, tua suocera abbia un po’ di pace e tuo marito si abitui all’idea di non averla più…Un abbraccio

    1. Anche la mia mamma è andata via così. esattamente un anno e tre giorni fa.Io non sono ancora riuscita a piangere, perchè rivedo quel volto sereno dopo mesi. E mesi. E mesi
      Vi abbraccio, anche se è la prima volta che passo su questo sito.Ma il dolore ti fa sentire vicina una persona anche se non la conosci.
      Laura 1

    2. Laura alla fine bisogna farsene una ragione ed è giusto che tu pensi a lei prima della malattia. Io da buona cristiana penso che lei è passata dall’altra parte ed è finalmente serena e veglia su di noi. Abbiamo bisogno di credere in qualcosa e la fede aiuta. Ti abbraccio forte forte e grazie per aver lasciato il tuo commento, spero di incrociarti ancora qui nel mio salottino, a presto.

  2. Conosco quella malattia.. conosco i suoi effetti, conosco lo smarrimento, il dolore, non solo della persona colpita ma anche dei famigliari che l’amano. Conosco molto bene quella malattia perchè la vivo da poco.. e già sento che è abbastanza. Ma bisognerà essere forti, dolcissima Terry. Si, Luigina adesso è felice.. ha di nuovo i suoi ricordi, ha di nuovo l’amore nel cuore; ha di nuovo occhi angelici per voi, che l’avete tanto accudita e riempita d’affetto ‘nonostante le difficoltà’. Perchè il vero amore è quello che ‘ama soprattutto nelle difficoltà’. Ti abbraccio forte forte, ma proprio stretta. Un pensiero invece va.. ad un angelo in più nella vastità del cielo.

  3. Ciao Terry, con mio padre ho vissuto la vostra stessa esperienza, l’ho visto spegnersi mentalmente e fisicamente giorno dopo giorno, è stato tremendo!!!
    Certamente Luigina ora è felice e sono certa che veglierà su di voi, sempre!!!
    Sono vicina a te e a tuo marito, ti abbraccio forte…

  4. Terry…mi dispiace tanto…purtroppo conosco bene tutto il calvario che hai descritto…ci si sente a poco a poco svuotati, impotenti….Luigina ora ha ritrovato la serenità e vi è vicina con tutto il suo amore…

    Vi abbraccio forte forte
    monica

  5. Trovare parole in queste circostanze è davvero complicato, mi piacerebbe Terry cara esser lì per abbracciarti forte forte.. qui siamo tutti vicini a te e ai tuoi cari per la tua triste perdita!

  6. Cara Terry, mi spiace tanto, hai descritto bene come ci si sente impotenti davanti a questa malattia, per assurdo, per mia madre sono arrivata a dire che avrei preferito un tumore, almeno sapevo cosa e contro chi combattere. Coraggio ti abbraccio forte, l’importante è amarli fino all’ultimo

  7. Mi dispiace Terry, sono sfortunatamente a conoscenza delle sofferenze che si vivono quando un familiare ha una malattia così terribile…purtroppo la vita ci riserva questi scherzetti e noi siamo spettatori di ciò che ci viene preparato senza poter far niente se non stare vicino, come ci è possibile, alle persone che tanto amiamo…vi mando un abbraccio, abbraccio forte tuo marito. Coraggio.

  8. Anche io e mia sorella abbiamo vissuto questa tremenda decadenza di chi ami….So bene com’è e quindi capisco anche come ci si senta. Spero che tutti i messaggi precedenti ed anche questo siano un minimo di ccnforto. Oltre alle cose belle che metti sul tuo blog, oggi è il momento della riflessione e di pensare a te/voi con gratitudine e sentirvi vicino.

    1. Non sai quanto mi fanno piacere anche le tue parole … hai ragione, il mio è un blog un pochino diverso da molti altri; qui ci scambiano pareri e cerchiamo di aiutarci a preparare in cucina i nostri manicaretti ma è anche un posto dove spesso scrivo i miei pensieri, prendendo spunto da quello che la vita ci riserva.
      Grazie Vincenzo, spero di ritrovarti in un momento più sereno e spensierato.

  9. Carissima Terry, conosco, purtroppo , tutto ciò che hai descritto….. È terribile la perdita di un genitore…. Non si esce da questo dolore, si può solo imparare a conviverci… Ma perderli così e’ ,davvero, inaccettabile!!!! Come assistere, ogni giorno, al loro decadimento, veloce e ineluttabile…. Subire ogni giorno la mostra impotenza di fronte a questo male così “ignobile” come lo ha definito un’altra amica….ti sono vicina con tanta affetto!!!!!

  10. purtroppo ho rivissuto con te questo dramma e sono daccordo su ogni parola ora ho mio padre di 60 anni con un male simile e che la cosa più brutta che i medici potevano dire è : il paziente un giorno non morirà subito con un ictus ma bensi diventerà piano piano un vegetale 🙁
    ed ora stiamo per incominciare la nostra battaglia la prima la depressione di mio padre sapendo di avere un male incurabile e non tumorale ma che colpisce il cervello i nervi piano piano

  11. Ciao Terry, mi chiamo Valeria e sono un’infermiera. Ho perso la mia adorata nonna di un forma molto grave di demenza senile…per lavoro e per la vita so quindi il dolore lacerante che si vive che ti cambia per sempre perché una parte di te se ne va con la persona amata e non puoi più essere la stessa di prima. La vita continua dicono…è vero…ma un sapore amaro nel cuore rimane per sempre. Un abbraccio fortissimo a te e a tutta la tua famiglia.

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